Una lettera all’Europa per ribadire la centralità dei Mercati all’ingrosso

Durante questa emergenza i Mercati all’Ingrosso d’Europa hanno dimostrato, in tutta la loro forza, il ruolo di fondamentale, essenziale presidio per la distribuzione del prodotto fresco. Gli operatori hanno continuato a lavorare nonostante l’esposizione al rischio di contagio tenendo in piedi non solo la filiera tradizionale ma anche la produzione locale, che diversamente avrebbe rischiato di scomparire.
Infatti, nel primo trimestre del 2020, nei Mercati della rete di Italmercati sono state movimentate oltre 380.000 tonnellate di frutta, circa 560.000 tonnellate di ortaggi, oltre 138.000 tonnellate di agrumi e oltre 31.000 tonnellate di ittico.
Per questo motivo, come presidente di Italmercati, ho scritto una lettera al Commissario Europeo agli Affari economici, al Presidente del Parlamento Europeo, ai Commissari all’Agricoltura e alla Pesca, ai parlamentari europei della Commissione Agricoltura, alla Ministra italiana dell’Agricoltura, ai parlamentari italiani delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, coinvolgendo tutti i Mercati europei del WUWM, affinché superata questa situazione, ai Mercati all’Ingrosso sia riconosciuta, senza più ombra di dubbio, la propria funzione. Ci si attende il riconoscimento di tanti sforzi e di tanto impegno. In questo nuovo equilibrio agro – distributivo che si andrà delineando, i Mercati all’Ingrosso sono pronti a rispondere all’appello come share holder del rigenerato sistema economico europeo.
Da quando i Mercati si presentarono uniti come WUWM in Commissione Agricoltura Europea per presentare i 15 emendamenti alla PAC in nome e per conto dei Mercati Mondiali all’Ingrosso, il mondo e di conseguenza l’Europa, sono cambiati non poco. Le nostre strutture rappresentano uno dei punti di collegamento più importanti nella catena di rifornimento e la loro presenza assicura la sostenibilità della produzione, l’uniformità della distribuzione, la varietà nella gamma di scelte, la minimizzazione dello spreco e oggi addirittura la garanzia di sostentamento a chi si sta trovando nel bisogno.
Da questa rinnovata consapevolezza però dobbiamo trarre una considerazione: non è più procrastinabile evolvere la nostra azione. La sfida a Bruxelles è stata lanciata. Affermiamo ora con voce unisona la nostra competitività che può crescere ove riusciamo a garantire le rispettive e peculiari diversità. In una Europa che necessita come mai compattezza, dobbiamo avere il coraggio di reclamare il supporto delle istituzioni nazionali, europee ed internazionali. Per farlo dobbiamo agire uniti per la forza che ci viene dalla nostra funzione, in primis di collegamento col settore primario, dove abbiamo dimostrato di saper apportare un contributo più che significativo.