La castagna, il “cereale che cresce sugli alberi”

La stagione autunnale sta vivendo il suo periodo centrale e oggi voglio parlarvi un po’ di uno dei prodotti che maggiormente rappresenta questo periodo dell’anno: la castagna.
La “fama” di questo frutto così particolare è dovuta al fatto che per diversi secoli ha rappresentato una delle principali fonti d’alimentazione per chi viveva nelle zone di raccolta, tanto da meritarsi il soprannome di “cereale che cresce sugli alberi”. Questo perché, dal punto di vista nutrizionale, è molto più simile al riso o al frumento, con oltre l’80% di carboidrati complessi. Possiede, inoltre, un alto valore energetico, il che la rende utilissima nei mesi più freddi per immagazzinare e recuperare le forze. Da aggiungere a tutto questo c’è anche il sapore dolce tipico della castagna, che la rende ottima da mangiare da sola (le celebri caldarroste, cotte in caminetti di legna o alla brace) oppure per preparare ricette sia dolci (marmellate, creme, o i dolci alle castagne per eccellenza: il Mont Blanc e il castagnaccio) che salate (in particolar modo zuppe).
Questa versatilità delle castagne, come dicevamo, le rendono molto popolari nelle zone in cui sono più facili da trovare. Solamente nel Lazio, ad esempio, sono tantissime le sagre e le rievocazioni storiche dedicate alle castagne che ogni anno vengono organizzate in tantissimi paesi come, per citarne alcuni, Soriano nel Cimino, Canepina, Vallerano e Caprarola.
E questi comuni del viterbese, ritenute le zone di eccellenza di questi frutti, sono anche quelli che riforniscono il Centro Agroalimentare Roma, dove la stagione delle castagne e dei marroni è appena cominciata. Questa disponibilità di prodotto locale fa sì che tutte le altre provenienze, sia italiane che estere, non abbiano praticamente più spazio. La stagione risulta molto buona, anche se a causa delle alte temperature, commercialmente non è ancora decollata.
A questo punto, però, è necessario fare di chiarezza su un’altra questione: c’è differenza tra Castagne o Marroni? Sì, infatti già nel 1939 esisteva un Regio decreto che distingueva i marroni dalle castagne. La castagna è il frutto della pianta selvatica, nota anche come “albero del pane” mentre il marrone è quello della pianta coltivata e migliorata con successivi innesti.
E quali sono le principali differenze tra i due frutti? Innanzitutto il riccio della castagna può contenere fino a 7 frutti mentre quello del marrone fino a un massimo di 3. La castagna da un lato è piatta, ha la buccia bruno scura uniforme ed ha dimensioni inferiori al marrone che si presenta più grande, tondeggiante, a forma di cuore con la buccia più chiara tendente al rossiccio con la presenza di striature. Ma la differenza maggiore la fa il gusto, infatti la castagna ha un sapore marcatamente meno dolce a confronto del marrone che risulta più “zuccherino”.
Entrambi, però, hanno effetti benefici dovuti all’elevato contenuto di Sali minerali: il potassio con le sue proprietà antisettiche, di rinforzo per muscoli e ghiandole; il fosforo che è un calcificante in grado di potenziare l’attenzione e la memoria, per cui risulta utile per il sistema nervoso e per il suo mantenimento attivo; il calcio, importante per ossa, sangue e nervi; il ferro, utile per contrastare l’anemia; l’acido folico, che aiuta ad evitare alcune malformazioni del feto, motivo per cui le castagne possono essere raccomandate nella dieta per le donne in gravidanza.
Infine, il buon apporto di fibre le rende particolarmente adatte contro la stitichezza, in quanto aiutano a regolarizzare l’apparato intestinale. Tuttavia, è meglio evitare di mangiarle crude, perché possono risultare irritanti.