Dalle “Ossa dei Morti” alle “Dita d’Apostolo”: le tradizioni per le feste dei Santi e dei Defunti

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Siamo ormai a ridosso dell’inizio di novembre, e quindi della festa di tutti i Santi e della commemorazione dei defunti, due giornate molto sentite nel nostro Paese e alle quali sono collegate, soprattutto per quanto riguarda il 2 novembre, anche molte tradizioni culinarie, in special modo dolciarie.

Ad esempio, in quasi ogni regione d’Italia si prepara, con alcune variazioni da zona a zona, un tipo di biscotto molto particolare, dal nome altamente significativo: le “ossa dei morti”. Sono generalmente molto semplici, a base di farina, uova e zucchero, spesso con aggiunta di mandorle o di altri ingredienti aromatizzanti. In alcune zone vengono fatti davvero a forma di osso, in altre hanno la forma tonda tipica dei biscotti; in certe zone hanno consistenza più dura, da altre parti più morbida; insomma, ognuno mantiene la propria ricetta tradizionale, ma in qualche modo questo biscotto unisce tutto il nostro Paese, dal nord al sud alle isole.

Ci sono poi ricette più specifiche per determinate zone: a Napoli e in Campania c’è il “Torrone dei morti”, che si differenzia dal classico perché non è a base di miele, ma di cacao, e viene preparato in vari gusti, come nocciola, caffè o frutta candita. A Milano troviamo invece il “Pan de mei”, dolce a base di farina di mais perfetto per essere intinto nel latte, nel the o nella panna liquida. In Sicilia viene invece tradizionalmente preparata la “frutta di Martorana”, cioè una riproduzione di diversi frutti a base di farina di mandorle e zucchero, nonché le “dita di Apostolo”, delle crepes ripiene di ricotta. Di origine toscana, ma ormai diffuso in tutto l’Appennino fino al Piemonte, è invece il “Castagnaccio”, un dolce a base, come indica il nome stesso, del frutto principe della stagione autunnale: la castagna.

Ovviamente le tradizioni sono tantissime, impossibili da elencare tutte. Questi sono soltanto alcuni esempi che possono, però, essere da stimolo per spingere ognuno di noi a riscoprire quelle legate al proprio territorio o alla propria famiglia e, perché no, approfittare di questo “weekend lungo” per portarle a tavola e assaporarle.

Categories: AgriCultura

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