L’amatriciana, una ricetta storica che oggi rappresenta una speranza

Sono passati pochi giorni dall’anniversario del tremendo terremoto che il 26 agosto del 2016 ha colpito il Centro Italia e che ha causato 299 vittime.
Luogo simbolo di quel disastro, che ha colpito tanti comuni tra Lazio, Marche e Umbria, è subito divenuta Amatrice, cittadina famosa in tutto il mondo per una sua eccellenza gastronomica, il piatto che ne porta anche il nome: l’amatriciana.
Oggi, a tre anni di distanza da quella tremenda giornata le cui ferite sono ancora vive in tutti noi, vorrei ripartire proprio da questa eccellenza di Amatrice per lanciare un messaggio di vicinanza e speranza a chi sta ancora facendo i conti con le conseguenze di quella giornata.
L’amatriciana che conosciamo oggi è l’evoluzione di un’altra ricetta molto famosa a Roma e dintorni e non soltanto: la gricia. Un piatto che nasce proprio negli Appennini nel ‘700 e che arriva fino a Roma grazie ai pastori che scendono nella città. Gli ingredienti sono gli stessi dell’amatriciana, pochi e di facile reperibilità, e cioè guanciale, pecorino e vino bianco, ma con un’assenza: il pomodoro. Quando questo viene aggiunto alla ricetta della gricia, nasce un piatto iconico che già nel ‘900 viene servito in tutti i ristoranti dell’Alto Lazio fino alla Capitale come un grande classico della cucina locale.
Ai giorni nostri la ricetta di questa salsa, usata molto spesso per accompagnare gli spaghetti o i bucatini, è stata formalizzata dallo stesso comune di Amatrice con delibera 27/2015, in un Disciplinare di produzione De.C.O. (Denominazione comunale d’origine) che indica chiaramente come non sia previsto nella preparazione l’utilizzo né dell’aglio, né della cipolla.
Soltanto tre giorni dopo il 26 agosto del 2016, Amatrice avrebbe ospitato la 50° sagra dedicata a questo piatto, alla sua storia e alla sua tradizione. Da allora, tante iniziative di solidarietà nate intorno all’amatriciana che hanno raggiunto tutto il mondo con lo scopo di aiutare la rinascita del paese. E, dall’anno scorso, anche la sagra è riuscita a rinascere e ripartire.
Oggi Amatrice ha ancora bisogno di aiuto e supporto, perciò ricordiamo: per preparare e gustare quest’ottima ricetta, affidiamoci ai prodotti che vengono dal luogo di origine, potremo aiutare nel nostro piccolo un’intera comunità a rinascere.