Frutta esotica Made in Italy? Il cambiamento climatico l’ha resa possibile

Negli ultimi si è acceso molto il dibattito intorno al tema del cambiamento climatico, una problematica molto seria che ci riguarda tutti da vicino perché può avere un impatto sulla vita del nostro Pianeta e, quindi, di tutti noi.
È indubbio, perciò, che un cambiamento climatico sia in atto e questo si riflette anche sulle coltivazioni, come su tanti altri aspetti. Una delle conseguenze più evidenti, è che oggi possiamo mangiare frutti “Made in Italy”, che una volta erano invece esotici, disponibili soltanto se importati da Paesi stranieri. Qualche esempio? Il mango, l’avocado, le banane, per citare alcuni fra i più famosi. Sono tutti frutti che oggi troviamo, ovviamente in quantità ancora limitate, prodotti nel nostro Paese.
È un effetto proprio del surriscaldamento globale, che, con l’andare del tempo, porterà a modificare non soltanto le produzioni, ma anche i consumi di tantissime persone nel mondo, noi compresi. Ad oggi, secondo uno studio pubblicato dalla Coldiretti, sono oltre 500 gli ettari piantati con frutti tropicali in Italia, aumentati di 60 volte nel giro di appena cinque anni. La maggior parte sono in Sicilia, dove troviamo coltivazioni di avocado e mango tra Messina, l’Etna e Acireale, ma anche frutto della passione, zapote nero (simile al cachi), sapodilla e litchi. Anche la Calabria però, offre mango, avocado e frutto della passione, oltre che melanzana thay, macadamia (un tipo di frutta secca), annona e canna da zucchero.
Queste nuove produzioni sono ovviamente anche frutto di scelte anche coraggiose di tanti agricoltori, spesso molto giovani, che hanno puntato su questi “nuovi” frutti per non lasciare abbandonati ettari e ettari di terreni che non riuscivano più a produrre proprio a causa dei cambiamenti climatici. Infatti, un’altra conseguenza è stata lo spostamento delle coltivazioni di vigne e ulivi verso nord, alla ricerca di un clima più fresco e più adatto.
Oggi la coltivazione dell’ulivo è arrivata a ridosso delle Alpi, pomodoro e grano la fanno da padrone nella Pianura Padana dove si coltiva circa la metà della produzione nazionale, mentre i vigneti sono ormai in vetta a 1.500 metri. Basti pensare che è in provincia di Sondrio l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano, mentre negli ultimi dieci anni la coltivazione dell’ulivo in Valtellina è passata da zero a 10 mila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
Anche al Centro Agroalimentare di Roma è possibile trovare questi nuovi frutti esotici Made in Italy. Il loro periodo di raccolta inizia dalla metà di agosto e non appena saranno presenti nei banchi del nostro Mercato andremo a scoprirli insieme.