Attenzione ad acquistare la frutta e la verdura esposte in strada

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Ho letto un interessante articolo sul Corriere della Sera di Roma a firma di Gianfranco Amendola. Ve ne parlo in questo breve video e ve ne riporto il testo di seguito:

Acquisti in strada, un rischio

di Gianfranco Amendola

Arriva il caldo e aumenta lo smog da traffico. In attesa di «soluzioni strutturali» (ma quando?), cerchiamo, almeno, di difenderci per quanto possiamo. Iniziando dalle piccole cose che possiamo fare. Ad esempio, controllando gli alimenti che compriamo. Se ci guardiamo intorno, infatti, Roma è piena di esercizi e bancarelle che vendono alimenti esposti continuativamente a smog e raggi solari in strade altamente trafficate, con possibili ripercussioni negative sulla salute dei consumatori. Peraltro, in spregio alla legge alimenti del 1962 che punisce con arresto o ammenda chiunque vende alimenti in cattivo stato di conservazione. E, ormai da anni, la Cassazione ha chiarito che «lo stato di cattiva conservazione riguarda quelle situazioni in cui le sostanze alimentari, pur potendo essere ancora genuine e sane, si presentano mal conservate, e cioè preparate, confezionate o messe in vendita senza l’osservanza delle prescrizioni dirette a prevenire il pericolo di una loro precoce degradazione, contaminazione o comunque alterazione del prodotto».

In primo luogo per la frutta e verdura. E quindi, condanna confermata per un fruttivendolo dal Tribunale di Nola, colpevole di aver detenuto per la vendita «tre cassette di verdura esposte all’aperto e, pertanto, a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito».

E quanti sono, a Roma, i fruttivendoli che espongono frutta e verdura fuori, a pochi metri dalla strada intasata dal traffico? Oppure per l’acqua (o altre bevande) quando si conservano bottiglie di acqua minerale all’aperto, esposte al sole e a temperature elevate, come fanno tanti supermercati o negozi. Perché – è bene saperlo- «l’acqua è un prodotto alimentare vivo e come tale è soggetta a subire modificazioni… allorché viene sottoposta ad aumento di temperatura o ad esposizione continua ai raggi del sole», ha sottolineato la Cassazione. Oppure per il pane, come quando – si legge testualmente in una sentenza del Tribunale di Napoli nord «il pane messo in vendita risultava a diretto contatto con un contenitore di plastica a sua volta appoggiato al terreno della pubblica via, potenzialmente sudicia, esposta alle intemperie, al passaggio di animali ed insetti e certamente da ritenersi possibile causa di degenerazione batterica ed igienica dell’alimento ivi posto senza alcuna cautela. Anche le altre forme di pane erano esposte alle intemperie al fine di essere notate da potenziali acquirenti, venendo esposte su di un improvvisato tavolino, in zona trafficata da autovetture e fattori inquinanti, non protette dalle buste forate prescritte per la conservazione di tale alimento». In tutti questi casi, quindi, si è arrivati a condanna in sede penale. E allora, se vediamo situazioni di cattiva conservazione di alimenti, è opportuno segnalarle alla Asl o alla polizia locale. Ma, soprattutto, possiamo tutelarci non comprando più alimenti da quel gestore.

Categories: AgriCultura

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