La pasta a cena fa male? No, concilia il sonno e riduce lo stress

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Poiché domenica abbiamo parlato della pizza, oggi parliamo dell’altro alimento per eccellenza della cucina italiana: la pasta.

Una delle credenze più comuni legate a questo piatto dice che è meglio non mangiarla a cena, data la sua pesantezza che condurrebbe a un sonno agitato a all’aumento di peso. Un’abitudine che è stata rilevata anche dal Censis nel suo “Rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani” nel quale si evidenziava che la maggior parte delle persone preferisce mangiarla a pranzo e solo il 35% anche a cena.

Eppure, un recente studio condotto dal Brigham and Women Hospital di Boston smentisce questa convinzione molto diffusa, sostenendo anzi esattamente il contrario ed elencando 5 situazioni in cui consumare la pasta di sera fa bene al corpo ed alla mente.

La prima è legata allo stress, che come sappiamo tutti, avendone purtroppo chi più e chi meno sperimentato gli effetti, causa molti cambiamenti nell’organismo umano, tra cui l’aumento di appetito, provocato dall’innalzamento dei livelli di cortisolo ed insulina, responsabile di una fame nervosa, e non realmente necessaria al nostro corpo. Il consumo di pasta invece, composta prevalentemente di carboidrati, stimola la produzione di insulina che, a sua volta, facilita l’assorbimento di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina che regola l’umore e della melatonina, che oriente il ritmo del sonno. E, come spiega il nutrizionista e gastroenterologo Luca Piretta “un sonno lungo e ristoratore è inversamente correlato all’aumento di peso, riducendo gli ormoni responsabili della fame”.

Infatti, il secondo punto sottolineato dalla ricerca americana, riguarda proprio l’insonnia. In Italia circa 27 milioni di persone soffrono di disturbi del sonno, il cui squilibrio altera il normale ciclo sonno-veglia ed il bilanciamento di due ormoni fondamentali che regolano l’appetito ed il senso della fame. Dormire poco e male dunque amplifica la necessità nervosa di mangiare. La pasta quindi, se consumata nelle ultime ore del giorno, senza condimenti pesanti dal punto di vista calorico, può facilitare il sonno (grazie alla melatonina) ed alle vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, che implicano il rilassamento muscolare.

Per gli assidui dello sport, invece, il consumo di pasta serale, evidenzia ancora la ricerca, è fortemente consigliato perché nei primi 30 minuti di attività il corpo utilizza le riserve di glucosio per produrre energia ed i carboidrati sono fondamentali, consentendo di integrare il glucosio muscolare perso con lo sforzo fisico. Chi pratica attività fisica nel tardo pomeriggio, ha una ragione in più perché oltre a reintegrare i livelli glicogeni, induce il relax.

L’altra situazione in cui è indicato mangiare di sera, riguarda le donne, in particolare quel 25% che soffre di sindrome premestruale, caratterizzata da gonfiore, sbalzi d’umore e fame. In questi casi, la diminuzione di dopamina, serotonina e vitamina B6, viene aiutata dall’assunzione di carboidrati, in grado di compensare i cali fisiologici degli zuccheri nel sangue e della serotonina.

Infine, anche quelle persone che soffrono di una depressione non patologica, in cui il tono dell’umore è molto basso, possono trovare giovamento nel consumo di pasta: infatti una delle molteplici cause del disturbo dell’umore, è l’impoverimento del microbiota, cioè quell’insieme di organismi, batteri, funghi e protozoi che risiede nell’intestino, proteggendoci da virus e malattie. Il consumo di pasta migliora lo stato di salute con conseguenze positive sullo stato d’animo e quella integrale, assorbita più lentamente, mantiene stabili i livelli di energia e di zucchero nel sangue, regolando l’umore.

Insomma, chi rinunciava mal volentieri alla pasta di sera tentando di abbracciare uno stile di vita più sano, può appoggiarsi ai risultati di questa ricerca e riprendere a mangiarla quando vuole. Ovviamente, sempre senza esagerare.

Categories: AgriCultura

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