IL PRANZO DELLA DOMENICA: Gli italiani riscoprono il negozio sotto casa per fare la spesa

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Questa settimana è stato presentato dalla Confcommercio il volume “Il negozio alimentare”, che contiene uno studio molto interessante che vorrei condividere con voi.

Secondo quanto riportato, infatti, oltre la metà degli italiani (55%) sostiene di fare la spesa sotto casa, riportando così in auge il supermercato di quartiere, con i suoi tradizionali punti di forza, tra cui l’accessibilità e la cortesia del personale. Ma l’indice di soddisfazione per chi è acquista nei negozi indipendenti specializzati è molto alto (47,7%), e questo perché il negozio di vicinato si è anche innovato portando la spesa direttamente a casa e aprendosi all’online. L’e-commerce alimentare, infatti, è ancora ai livelli minimi in Italia, 0,5% contro il 6% della Francia ad esempio, ma è destinato a crescere. Nel 2015 la spesa del supermercato fatta online ha segnato un boom del 57% e il cibo pronto in delivery (direttamente dal ristorante) ha registrato un +66% nel 2016.

Ed è proprio l’online, con i suoi assortimenti virtualmente infiniti, ad aver spinto i grandi operatori a riscoprire il valore del servizio, cercando faticosamente di avvicinarsi a modelli che in passato avremmo definito più “tradizionali” (il mercato, il negozio di vicinato…).

Sempre dal volume, si legge gli ipermercati sono entrati in crisi e la loro produttività è calata del 22% in un decennio. Le superfici della GD (grande distribuzione) e della DO (distribuzione organizzata) hanno smesso di prosperare, con una crescita media annua che è passata dal 4,6% dal 2004 al 2007, al solo 0,1% dal 2013 al 2017, e spesso “importano” formati specializzati. Il discount sta abbandonando la versione “hard” aggiungendo qualità e servizi, mentre le imprese del commercio al dettaglio alimentare specializzato tengono meglio delle non specializzate: nel 2015 il calo di queste ultime è di -9,9% contro -1,5% delle altre. 

Insomma, dati molto interessanti che, come sottolineato dalla stessa Confcommercio, riguardano un settore alimentare di fondamentale importanza perché fare la spesa è un atto che coinvolge ogni giorno milioni di consumatori, decine di migliaia di imprese con milioni di lavoratori.



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