Tutelare la biodiversità, fondamentale per la nostra alimentazione e il nostro futuro

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Nei giorni scorsi, la FAO ha pubblicato uno studio di 576 pagine dal titolo “Lo stato della biodiversità mondiale per il cibo e l’agricoltura” che ha evidenziato come la biodiversità che sta alla base dei nostri sistemi alimentari stia scomparendo, mettendo a rischio il futuro dei nostri alimenti, dei mezzi di sussistenza, della salute umana e dell’ambiente.

Cosa significa questo? Detto nella maniera più semplice possibile, significa che sta drasticamente diminuendo il numero delle piante e degli animali che forniscono cibo, mangimi, carburante e fibre, come anche della miriade di organismi che sostengono la produzione di cibo attraverso i servizi eco-sistemici – chiamati “biodiversità associata” (ad esempio quelli che mantengono i terreni fertilizzati, che impollinano le piante, depurano le acque, ecc.).

All’interno del rapporto, sono evidenziate anche diverse cause che concorrono a questo declino, come ad esempio i cambiamenti nell’uso e nella gestione della terra e dell’acqua, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, il sovraffollamento, la crescita della popolazione e l’urbanizzazione.

D’altronde, oggi come oggi delle circa 6.000 specie di piante coltivate per il cibo, meno di 200 contribuiscono in modo sostanziale alla produzione alimentare globale e solo nove rappresentano un terzo della produzione totale. Allo stesso modo, il 26% delle specie utilizzate per l’alimentazione è a rischio estinzione.

Il problema principale è che la biodiversità, una volta perduta non può essere in nessun modo recuperata e che questa è fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale, poiché si trova alla base di diete sane e nutrienti e rafforza i mezzi di sussistenza rurali e la capacità di resilienza delle persone e delle comunità.

Quello che è necessario fare, quindi, è avviare un cambiamento drastico nel nostro modo di vivere, sia a livello individuale che a livello collettivo. Da questo punto di vista, il rapporto sottolinea come, dei 91 Paesi analizzati, l’80% dichiara di utilizzare una o più pratiche e approcci rispettosi della biodiversità, e anche come la maggior parte di questi stessi Paesi abbia adottato quadri normativi a livello legale, politico e istituzionale per l’uso sostenibile e la conservazione della biodiversità, ma che spesso purtroppo sono risultati inadeguati o insufficienti. Se non ci mettiamo in testa che è responsabilità di ognuno di noi fare qualcosa per invertire questa tendenza, il futuro della nostra vita sulla Terra non è così roseo.

Chiudo citando una frase di Carlo Petrini, scritta su Repubblica proprio parlando di questo argomento: “La biodiversità è ciò che ci fa vivere, tutelarla è la responsabilità di chiunque abiti questo pianeta”.


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