IL PRANZO DELLA DOMENICA: Le lenticchie, il piatto che non può mancare a Capodanno

Nel panorama delle nostre tradizioni culinarie ce ne sono alcune che sono molto famose, e anche molto onorate. Un po’ per scaramanzia, ad esempio, da che abbiamo memoria Capodanno non è Capodanno se non c’è nel menù del cenone almeno una porzione di lenticchie. Una tradizione che qualcuno potrebbe dire “millenaria”, e a ragione.
Infatti, l’abitudine di mangiare lenticchie nella notte di San Silvestro anticipa la storia del Santo stesso, complice il fatto che le lenticchie sono il legume più antico mai prodotto dall’uomo, risalente addirittura al 7000 a.C.! Ad attestarlo, abbiamo nientemeno che la Bibbia, e in particolare il libro della Genesi, dove nel capitolo 25, al versetto 29, leggiamo: «Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie». Anche romani e greci ne erano ghiotti e, in particolare, i romani avevano l’abitudine di scambiarsi in regalo un sacchetto di cuoio detto “scarsella”, all’interno del quale si mettevano proprio delle lenticchie. L’augurio era che entro la fine dell’anno successivo, quelle si sarebbero tramutate in monete. Probabilmente è proprio da qui che deriva la tradizione di Capodanno.
Le lenticchie, ad ogni modo, sono legumi appartenenti alla famiglia delle Papilionace e sono estremamente ricche di fibre, sali minerali e vitamine, e per questo considerate da secoli “la carne dei poveri”. Oggi sono coltivate nel mondo intero, poiché sono relativamente tolleranti alla siccità, ma allo stato selvatico è ormai praticamente impossibile trovarne. Per essere consumate, le lenticchie devono necessariamente venire cotte, poiché contengono fattori anti digestivi che soltanto il calore può eliminare.
Tra le tantissime varietà che su tutta la Terra vengono prodotte, fra le più famose ci sono senza dubbio quelle di Castelluccio di Norcia, in Umbria, coltivate da sempre sui piani carsici all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ad un’altezza di circa 1.500 metri. Sono un prodotto piuttosto di nicchia a causa della produzione limitata durante l’anno (e ultimamente ulteriormente aggravata dal terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016) ma la loro caratteristica principale risiede nelle notevoli qualità nutritive: le proteine, vitamine, fibre e sali minerali che contengono, infatti, le rendono ottime per chi necessita di una dieta ricca di ferro, potassio e fosforo, povera di grassi e molto nutritiva. Un’altra caratteristica importante della lenticchia di Castelluccio è la buccia sottile e tenera che consente direttamente la cottura senza ammollo, riducendo notevolmente i tempi di preparazione.
Se volete quindi trascorrere un Capodanno all’insegna della tradizione, ma anche della qualità, potete sicuramente cercare queste lenticchie, e di certo non rimarrete delusi.