IL PRANZO DELLA DOMENICA: Alla FAO, un simposio di tre giorni per sostenere e sviluppare l’agricoltura familiare
Si è concluso venerdì il Simposio internazionale per l’innovazione dell’agricoltura familiare alla FAO, un’iniziativa che ho trovato molto interessante e di cui vi voglio parlare. Prima di tutto, serve farsi una domanda: quanto contano questi “Family Farmers?”, piccole esponenti di una agricoltura familiare che spesso faticano ad autosostenersi e vivono nella povertà? La risposta è “molto”. I Family Farmers sono circa 800 milioni di persone che amministrano circa il 75% del terreno agricolo mondiale e producono l’80% del cibo nel mondo.
Il nodo di questi tre giorni in cui esperti privati e pubblici si sono confrontanti è l’urgenza di un’innovazione nel settore agricolo, di fronte alle grandi sfide che abbiamo nel nostro futuro. Il cambiamento climatico, che oltre case e vite, spezza raccolti e produzioni agricole, e la crescita demografica. Nel 2030 saremo 10 miliardi di persone. Serve un’agricoltura che possa venire incontro a questi bisogni, ma che sia sostenibile.
In questo, i lavori alla FAO hanno messo in chiaro che la tecnologia deve essere al servizio della piccola agricoltura: tecnologia e tradizione si devono incontrare. Il sistema deve cambiare, e questa volta il cambiamento deve nascere dai piccoli agricoltori, in prima fila nella produzione di cibo.
All’evento di questa settimana vi erano centinaia di delegati di simili associazioni, pronte a far udire la propria voce e i propri bisogni.
Nel medesimo contesto sono state lanciate alcune iniziative: il premio “Digitalization and Innovation for Sustainable Food Systems” (40.000$USA), che riguarda l’innovazione nell’ambito del rafforzamento del legame fra contadino e consumatore, e il premio “for Innovations that empower youth in agriculture and food systems”, per incoraggiare i giovani sotto ai 35 anni che si affacciano al mondo della produzione agricola. Ultimo, ma non per importanza: durante il simposio è stato annunciato il decennio dell’agricoltura familiare delle Nazioni Unite (2019-2028). La sensazione è che si stia andando nella direzione giusta: speriamo di vedere dei risultati concreti.