Il caporalato, un dramma sociale che possiamo però sconfiggere

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Purtroppo, la cronaca di questi giorni ha riportato all’attenzione di tutti un fenomeno che in Italia sembra non si riesca a sconfiggere, quello del caporalato.

Ben 16 sono state le persone morte nell’ultima settimana sulle strade del foggiano, fra le quattro di sabato scorso e le dodici che hanno perso la vita ieri, tutte a bordo di furgoni illegali gestiti dai caporali che stavano portando queste persone a essere sfruttate nei campi, dove lavorano in condizioni disumane per pochi euro al giorno.

Un vero e proprio dramma sociale, che viene favorito da una concorrenza esasperata, dalle doppie aste al ribasso della grande distribuzione organizzata (un meccanismo che consiste nell’assegnare un contratto di fornitura all’azienda che offre il prezzo inferiore dopo due gare, in cui la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima) e anche dalla scarsa valutazione del prodotto agricolo.

Per cercare di arginare il caporalato, il Centro Agroalimentare di Roma ha già attivato dei meccanismi che ritengo virtuosi e che faranno da traino anche rispetto al sistema Italia. Nel momento in cui abbiamo dovuto introdurre il nuovo regolamento acquisti, ad esempio, ci siamo preoccupati di prevedere che ci fosse un articolo che vietasse in maniera esplicita l’uso del caporalato. Ora, quindi, se dovessimo scoprire che un’azienda fa uso di questa pratica, incorrerebbe in sanzioni pesanti.

Inoltre, tutti gli operatori che lavorano all’interno del CAR devono seguire anche le nuove normative sull’etichettatura e sugli imballaggi. Le cassette che contengono la frutta e la verdura sono tutte nuove e serigrafate, evitando così il fatto che possano esserci cassette residuali che vengono poi utilizzate in malo modo. Inoltre, ogni cassetta deve avere un’etichetta, che ci indica non solo il produttore, ma anche il lotto e la categoria. I prodotti in questo modo risultano tutti censiti, e questo ci permette di sapere esattamente da dove vengono e, quindi, di sapere se le norme sulla sicurezza, sul lavoro, sono state rispettate.

Se vogliamo tutti insieme cercare di sconfiggere il caporalato, invito anche i consumatori a fare attenzione a cosa comprano e a dove lo comprano. I mezzi per conoscere la filiera di un prodotto oggi ci sono, e diventa perciò importante fare acquisti in maniera consapevole, evitando di lasciarsi attirare soltanto dal prezzo più basso e conoscendo la provenienza di ciò che ci portiamo in casa. Perché non si può più accettare che delle persone lavorino in condizioni disumane, o addirittura muoiano, per svolgere un lavoro che dovrebbe essere regolarmente controllato e regolamentato.

Ricordo sempre con affetto e gratitudine una lettura che feci da ragazzo. Un libro, anzi un “Inventario di una casa di campagna” scritto da uno dei padri costituenti fra i più amati, Piero Calamandrei in cui racconta della sua infanzia trascorsa a Montauto in Toscana. Dalla mia famiglia, ma anche dalla lettura di questo piccolo libro, ho imparato il valore della terra e del lavoro agricolo. Un lavoro nobile capace di “concepire” frutti meravigliosi. Ho conosciuto personalmente Carlo Petrini, uno strenuo difensore dell’alleanza tra uomo e natura. Un’alleanza, come spesso ha detto e scritto, che sta rischiando di diventare una guerra


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