IL PRANZO DELLA DOMENICA: orti urbani e orti familiari

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Abbiamo sicuramente tutti quanti sentito parlare negli ultimi tempi di “orti urbani”, un fenomeno che va via via espandendosi sempre di più e che consiste nell’affidamento di uno spazio verde coltivabile di proprietà comunale a un certo numero di cittadini per un periodo definito di tempo.

Questo fenomeno sta prendendo, come detto, sempre più piede in Italia così come nel resto del mondo, basti pensare che un report dell’Istat del 2016 riportava come le superfici dedicate agli orti urbani nel nostro Paese fossero aumentate in soli 4 anni del 27,3%, per un totale di oltre 1,6 milioni di mq.

Questo riavvicinamento di molte persone alla terra e all’agricoltura è sicuramente un segnale positivo per chi come me si occupa di questi temi, e oggi in modo particolare mi vorrei soffermare su un’esperienza direttamente collegata agli orti urbani, ma che presente una singolarità molto interessante: gli orti familiari.

Una delle problematiche degli orti urbani, infatti, è che molte persone pur avendo magari la voglia di avvicinarsi a questa esperienza non ne posseggono le capacità, oppure magari il tempo. Gli orti familiari cercano di andare anche oltre questo ostacolo, poiché prevedono la possibilità per una famiglia di “affittare” un pezzo di terreno di proprietà di un’azienda, il quale verrà poi curato dall’azienda stessa, che settimanalmente garantirà alla famiglia la consegna di determinate cassette contenenti i prodotti di quell’orto. Un’idea semplice, ma molto efficace, economica e anche a basso rischio di sprechi, poiché la famiglia può scegliere liberamente quali frutti, ortaggi, legumi far coltivare nel proprio terreno.

Si tratta, quindi, di un modello di agricoltura sostenuto dalla comunità che prevede un rapporto di “partenariato”, come da oltre 30 anni viene fatto con risultati estremamente positivi in Paesi come gli Stati Uniti, la Francia e il Giappone.

Infine, ma non meno importante, questo tipo di attività ha spesso un risvolto anche sociale, poiché diverse realtà che propongono alle famiglie questo accordo sono case-famiglia che accolgono persone e ragazzi in difficoltà e che quindi attraverso gli orti familiari forniscono loro anche la possibilità di imparare un mestiere importante come quello dell’agricoltore.


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