I mercati rionali. Un patrimonio prioritario da rilanciare

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Qualche mese fa sono intervenuto ad un incontro dedicato all’apertura del Decennio della corretta nutrizione. Un programma di medio termine promosso da FAO e Organizzazione mondiale della Sanità.

Sono stato chiamato a parlare del ruolo che i Mercati tradizionali svolgono o possono svolgere ancora di più per una corretta e sana alimentazione.

I Mercati sono infatti visti come i luoghi in cui prevalgono freschezza, stagionalità, legame con il territorio e la produzione locale. Inoltre, i Mercati sono individuati come presidi importanti nello scambio sociale, rafforzano il senso di comunità e creano legami positivi tra le persone.

Per me è stato quindi un grande onore parlare in un consesso così prestigioso e rappresentare in quella sede la voce dei Mercati (sia all’ingrosso che al dettaglio) e raccontare alcune delle iniziative promosse per svilupparli e rivalutarli, paradossalmente molto più efficaci nei paesi dove ben assai minore è la penetrazione commerciale di queste strutture.

A queste cose pensavo quando qualche giorno fa leggevo di un “viaggio” tra i Mercati rionali di Roma raccontato da un importante quotidiano. Una analisi cruda ma vera, tra i rischi (tanti e per lo più realizzati) e le opportunità (tantissime ma ancora ferme alle espressioni di mera volontà).

I mercati a Roma stanno scomparendo. Il loro peso commerciale anche nelle merceologie storiche (ortofrutta, pesce, carne) è ormai sotto il 25% e se non avverrà una iniezione importante di innovazione, anche normativa, difficilmente sarà possibile invertire la tendenza al declino.

Non credo che esista una ricetta uguale per tutti i Mercati, quelli collocati nelle aree centrali probabilmente debbono enfatizzare la loro vocazione di servizio per il turismo e per la somministrazione, altri debbono puntare di più sulla valorizzazione della loro funzione commerciale senza tralasciare anche esperienze verso lo street food, sempre però con la mente aperta alle innovazioni, con orari diversi, più servizi e offerta più articolata.

Non posso qui sviluppare un’analisi attenta e dettagliata ma certo ho ancora negli occhi la bellezza, i colori, i profumi di un mercato che ho visitato in Sicilia (Siracusa). Quando vedi quegli spettacoli mi dispiace ma non ce n’è per nessuno: Eataly, Distribuzione organizzata, Mercati Centrali o Metropolitani che dir si voglia, è quello il luogo dove si riconciliano gli occhi con il cuore (e lo stomaco).

Dobbiamo ripartire dal Decennio della corretta nutrizione e investire su questo. Per un paese come l’Italia i Mercati molto possono fare. Risorse pubbliche, private, operatori commerciali, associazioni di categoria. Tutti uniti da un grande patto per la salute fisica per i cittadini e sociale per le nostre città.

Categories: AgriCultura

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