Le dinamiche legate all’aumento dei prezzi del prodotto fresco
Ieri ho avuto il piacere di ospitare la simpatica troupe di BUONGIORNO REGIONE nell’area mercatale del Centro Agroalimentare di Roma. L’intenzione ed il fine sono stati, per entrambi, quelli di spiegare le dinamiche legate all’aumento dei prezzi del prodotto fresco e di aiutare i consumatori ad orientarsi nella scelta, a volte difficile e complementare, del food security e del food safety.
Non si sottaccia che il mal tempo in generale e le gelate degli ultimi mesi hanno seriamente danneggiato la produzione rendendo la reperibilità del prodotto quasi impossibile, ma non si sottaccia neanche che, fuori dalle parentesi di questo cogente motivo, il prodotto fresco – se di stagione – è buono, salutare ed economico.
Un Centro Agroalimentare delle dimensioni di quello di Roma, collocato tra i maggiori Centri di Europa, dispone, per le logiche commerciali e logistiche proprie di una struttura multiservizi quali sono i Centri Agroalimentari, nell’arco dell’anno, di ogni tipo di prodotto ed è questo il motivo per cui oggi si può trovare negli stand l’uva che viene dal Perù o le ciliegie che provengono dal Cile ma, lo sottolineo, questi prodotti sono sempre più “cari” rispetto al prodotto italiano.
Quello che però ancora un Centro Agroalimentare deve garantire, oltre la sicurezza e la qualità del prodotto e della filiera – messaggio che a Roma abbiamo veicolato con il brand “Cuor di CAR” – è anche il “prezzo giusto”, sottraendo mercato alle speculazioni del momento. Questo perché, come ha scritto Simona Beretta in sua piccola ma molto interessante pubblicazione – Contro la fame – Diritto al cibo, accesso alla terra: “In un mondo interconnesso e profondamente diseguale, quello che succede ai prezzi dei prodotti alimentari fa una grande differenza nella vita quotidiana di miliardi di persone”.