Zero sprechi tra consapevolezza, solidarietà e crisi. Attenti al rischio burocrazia
Negli ultimi anni è sempre più diffusa la cultura che rifiuta l’idea di un modello di consumo che prevede un’alta percentuale di scarti e quindi di rifiuti. Qualche anno fa si calcolava che con gli scarti delle società ricche si sarebbe annullata qualunque esigenza alimentare in tutte le aree del pianeta. Paradosso ovviamente, ma come spesso accade le statistiche rendono, con la crudezza delle cifre, l’idea dei problemi con possibilità di immediata comprensione.
Oggi molto è cambiato. Sicuramente proprio la diffusione di questi dati ha dato vita ad una nuova consapevolezza. Sono nate tante iniziative (tra queste voglio citare l’amico Segrè con la start-up Last Minute Market e il suo contributo alla Carta di Milano), e dal basso si è arrivati – almeno per una volta – ai piani alti dei processi decisionali. Oggi anche l’Italia ha la sua legge contro gli sprechi (la L. 160/2016). Risultato importante e un plauso va fatto al Ministro Martina che più di altri si è impegnato per portare a conclusione il processo decisionale.
Faccio parte per il mio ruolo del “Tavolo per la lotta agli sprechi e per l’assistenza alimentare” e devo dire che si è avviato un lavoro prezioso e anche con una non usuale solerzia. Ora però è necessario imprimere la giusta spinta alle attività. Il rischio “palude” è infatti sempre dietro l’angolo, così come il rischio che i soliti “professionisti dell’associazionismo” si impadroniscano di una legge così positiva e che poco di tutti questi sforzi finisca per avere ricadute concrete.
Per dare un esempio di buone pratiche, voglio citare l’esperienza che un gruppo di grandi mercati all’ingrosso sta portando avanti per cercare di rendere sempre più concreta l’azione.
Italmercati sta lavorando perché i grandi mercati rappresentino il punto di riferimento per la raccolta e il riutilizzo dell’invenduto, almeno nelle principali città, anche mettendo a disposizione le strutture logistiche.
Già oggi, quindi, prima dell’entrata in vigore della legge e spesso tra mille difficoltà burocratiche e problemi e ostacoli fiscali, ogni anno i mercati della Rete Italmercati raccolgono oltre 8 milioni di porzioni di ortofrutta da destinare ai più bisognosi.
Numeri importanti, esperienze da valorizzare. Presto oggetto di una iniziativa pubblica.
Ecco, ci aspettiamo che la legge Gadda dia una spinta in più a questa iniziativa ed altre come queste.
Le raccomandazioni OMS sui corretti consumi di ortofrutta hanno purtroppo sempre più bisogno di iniziative come questa, perché la crisi economica porta proprio a tagliare i consumi più necessari con drammatici effetti a medio termine sulla salute (e quindi sui costi sociali).