Un patrimonio ambientale in via di disfacimento

Published by Fabio Massimo Pallottini on

Oggi ho avuto la possibilità di fare una piacevolissima passeggiata nella pineta della Feniglia. Per chi non la conoscesse è una pineta che si sviluppa su una lingua di terra tra il mare e la laguna di Orbetello, un posto bellissimo soprattutto fuori stagione, ricco di fascino legato, in più, all’ultimo atto della travagliata e avventurosa esistenza di uno dei più grandi artisti italiani, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che per stenti e febbri malariche vi trovò la morte.

La Duna della Feniglia è suddivisa in tre diverse strisce di vegetazione che si estendono dal mare fino alla laguna. L’area tra l’altro è visitabile sia a piedi che in bicicletta. Entrando in pineta dal lato di Ansedonia, è facile incontrare dei daini. Se si porta con se qualche pezzetto di carota o di pane è possibile avvicinarli, dar loro da mangiare direttamente dalla propria mano. Una patrimonio arboreo, e non solo, davvero magnifico, che costituisce una Riserva forestale di protezione affidata alla gestione dell’Ufficio Territoriale Biodiversità di Follonica che è possibile visitare per gruppi con la guida del Corpo Forestale (che però di fatto non esiste più, visto che dal primo gennaio è confluito in misura consistente nei reparti dell’Arma dei Carabinieri che si occupano di tutela ecologica).

Ora qual è il punto? Questo patrimonio unico, posto alle spalle delle dune tipiche delle nostre coste versa in uno stato veramente drammatico. Non è solo una questione di pulizia, che pure potrebbe molto migliorare, ma di vero e proprio abbandono della componente arborea. Come è noto anche le pinete e i boschi in genere hanno bisogno di un’opera di manutenzione costante e sapiente, ma qui mancano sia l’una che l’altra. Si dirà: bella scoperta. E invece io dico brutta scoperta! Mancheranno risorse, o forse la manutenzione non spettava a loro… Sta di fatto che la pineta appare anche agli occhi di un non esperto come me, come un grande malato. Come ce la caviamo? Con un cartello: pericolo caduta rami secchi.

Categories: AgriCultura

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