IL PRANZO DELLA DOMENICA: A colloquio con Fabrizio Pagliardi per parlare di vini
Questa settimana, per la nostra ormai consueta rubrica, ho voluto fare qualcosa di diverso. Ho incontrato Fabrizio Pagliardi, noto oste romano, titolare di alcune enoteche ed esperto soprattutto di bollicine francesi, per chiedergli qualche consiglio su come affrontare al meglio e in maniera più gioiosa l’afoso caldo estivo. Una bella chiacchierata che condivido volentieri con voi.
Allora Fabrizio, con cosa vogliamo iniziare?
Con un consiglio… tanta acqua, frutta fresca e gli anziani al parco a prendere fresco.
Veramente non era questo il tipo di risposta che mi aspettavo. Intendo, dopo aver seguito i consigli degli esperti (e i tuoi) per la salute, chi volesse semplicemente rallegrare la giornata e bere qualcosa di fresco e alcolico?
Direi vini freschi e poco alcolici. Se penso ad alcuni bianchi mi vengono subito in mente Fiano, Verdicchio e Riesling ad esempio. La mia passione, comunque, sono le bollicine e allora vorrei cominciare proprio da queste. Dell’ottimo Champagne penso possa rallegrare e rinfrescare la giornata di chiunque.
Lo Champagne, però, non è proprio per tutte le tasche.
Nell’immaginario collettivo forse è così, ma in verità se ne può acquistare una bottiglia anche spendendo tra i 30 ed i 40 euro. Certo non è poco, ma nel panorama degli Champagne è una cifra tutto sommato esigua e soprattutto sfata il mito che sia un prodotto di lusso. Inoltre con questa cifra si acquista una bottiglia di buona qualità e biologica.
Proseguiamo, ma dopo vorrei tornare sull’argomento bio. Visto che siamo in Italia ti chiedo di fare uno sforzo e promuovere qualcosa del nostro territorio.
Nessuno sforzo, in realtà ci stavo arrivando. Partiamo da un buon Franciacorta, per passare da un Prosecco “Col fondo” e arrivare fino ad un Moscato.
Cos’è un Prosecco “Col fondo”?
È semplicemente un metodo per produrre spumanti come si faceva una volta, che svolge una rifermentazione in bottiglia e che presenta residui di lieviti sul fondo della bottiglia. Ne viene fuori un vino gradevole, fresco e adatto ad aperitivi e non solo.
E il Moscato? Intendi quello dolce?
Certo, perché no? C’è un sacco di gente che beve bevande gassate durante i pasti. Quelle non sono dolci? Quindi le bevande gassate sì, e il Moscato no?
Ok mi hai convinto. C’è altro?
Certo, mancano i rossi. Il vino rosso servito fresco può apparire più fresco di un bianco e molto profumato, quasi fosse un succo di frutta leggermente alcolico. Certo, non tutti i vini rossi si prestano a questo. Basta che siano poco alcolici e poco tannici e poi ci si può sbizzarrire: Lagrein, Schiava, alcuni Nero d’Avola, Teroldego vinificato leggero e Pinot Nero.
Torniamo un attimo alla questione del biologico. La maggior parte delle etichette che tu vendi, sia che siano bollicine, bianchi o rossi, sono biologiche. Come mai?
Per certi versi questioni di etica. Nel tempo sono entrato sempre più in contatto con questa filosofia a basso impatto ambientale per la produzione di vino e tra due bottiglie simili e soprattutto nella categoria dei prezzi medio/bassa, una prodotta in convenzionale e l’altra in regime biologico, la scelta è semplice. È vero pure che i vini biologici o biodinamici che siano, non sempre risultano perfetti e precisi come quelli convenzionali ma, personalmente, preferisco vini con qualche difetto che esprimono una spiccata personalità, piuttosto che vini perfetti ma che risultano anonimi.