I cibi processati aumentano del 10% il rischio di cancro
Una ricerca nella quale mi sono imbattuto pochi giorni fa ha evidenziato come il consumo di cibi processati aumenti del 10% il rischio di cancro, in particolare quello della mammella. Parliamo di un grandissimo numero di prodotti alimentari, come dolciumi, snack, cereali zuccherati, bevande gassate, cibi pronti e così via. Basti dire che questo tipo di alimenti rappresenta ormai da un quarto alla metà delle calorie che assumiamo ogni giorno, nonostante abbiano una bassa qualità nutritiva e contengano numerosi additivi e sostanze che derivano dalla filiera produttiva.
I dati sulle potenzialità cancerogene di questi prodotti sono stati resi noti da uno studio di coorte prospettico francese, il NutriNet-Santé, il quale dal 2009 al 2017 è andato a valutare l’associazione tra il consumo di cibi ultra-processati e rischio di cancro. La coorte in esame comprendeva 104.980 partecipanti maggiorenni (età media 42,8 anni) per i quali sono state raccolte le abitudini dietetiche utilizzando diverse registrazioni dell’apporto alimentare delle 24 ore, strutturate in modo da raccogliere i cibi consumati dal paziente tra 3.300 alimenti diversi. Questi sono stati in seguito categorizzati in base al grado di processamento, ricorrendo alla classificazione NOVA.
L’immensa mole di dati che ne è derivata, ha fatto emergere come il consumo dei cibi processati e ultra-processati si associ con aumento del rischio globale di cancro pari al 10%, mentre il rischio di cancro della mammella appare maggiorato dell’11%. I risultati dello studio sono pubblicati su British Medical Journal.
Se ce ne fosse ancora bisogno, si tratta di un elemento in più che ci deve necessariamente spingere a riconsiderare la nostra alimentazione, a favorire prodotti freschi, dei quali è certa la provenienza, e a riportare sulle nostre tavole quegli alimenti che sono veramente nutrienti e che non causano danni alla nostra salute, la quale, anzi, ne trarrà beneficio.